domenica 13 settembre 2015

Legatura - Legature d'ago


Si dà questo nome a uno speciale maleficio per il quale si legava o paralizzava una facoltà fisica dell'uomo o della donna. Si diceva incavigliamento il sortilegio che otturava un condotto o impediva, per esempio, le deiezioni naturali. Steccamento l'impedimento magico a un movimento. Più particolarmente legatura il maleficio che rendeva inerte un braccio, un piede o altro membro.
Il più famoso di tali sortilegi è quello definito, in tutti i libri in cui si tratta di superstizione, come l'annodamento dell'ago o l'ago-annodato. É questo, per altro, il termine popolare.
I rabbini attribuiscono a Ca, l'invenzione dell'annodamento ad ago.
Ai Greci era noto tale maleficio. Platone consiglia agli sposi di stare in guardia contro quegli incantamenti o legature che turbano la pace domestica. Anche presso i Romani si annodava l'ago: e la pratica passò dai maghi del paganesimo agli stregoni moderni. Si annodava ovunque, specialmente nel medioevo. Numerosi concili colpirono di anatema gli annodatori d'ago: il cardinale del Perron fece persino inserire nel rituale Evreux speciali preghiere contro l'ago annodato: dato che il maleficio imperversò soprattutto nel XVI secolo. L'annodamento dell'ago diventa così comune, ci riferisce Pierre Delancre, che nessuno usa più sposare se non di nascosto. Ci si ritrova legati senza sapere da chi ed in tanti modi che il più scaltro non ci capisce nulla.

Talvolta il malefizio colpisce l'uomo, talvolta la donna, o entrambi. Può durare un giorno, un mese, un anno. L'uno ama, ma non è amato: e allora il diavolo interpone fra loro un fantasma, ecc. Eccitata dalla paura del sortilegio, spesso era l'immaginazione la causa di ogni male. Si attribuiva agli stregoni le anomalie che non si era in grado di comprendere, senza darsi la pena di scoprire la vera causa. Pertanto l'importenza non era generalmente provocata dalla paura che fiaccava gli spirti e indeboliva gli organi:n e quello stato pietoso cessava solo quando la strega sospettata non si degnava di guarire l'immginazione del malato dichiarando di restituirlo alle sue attività.
Una sposina di Niort, racconta Bodin, accusò la vicina di averla legata. Il giudice fece incarcerare la vicina. Di lì a due giorni questa cominciò ad averne abbastanza e fece sapere ai due sposi che erano slegati; e da quel momento essi, lo furono veramente. I dettagli di tanta confusione sono così ignobili che non si osa mettere sotto gli occhi di un lettore onesto i particolari di ciò che Delancre definisce rammollimento.
Raramente, in Russia, i matrimoni si sono celebrati senza qualche timore del gere.
«Ho visto un giovane -
narra un viaggiatore- precipitarsi furibondo fuori alla camera di sua moglie e strapparsi i capelli urlando che era stato stregato. Si dovette ricorrere al rimedio impiegato dai Russi che consiste nel rivolgersi alle maghe bianche, le quali, contro una piccola somma, rompono l'inganno e slegano l'ago: ché tale era il caso del giovane disperato»
«Si prenda il pene di un lupo appena ucciso; si vada alla porta di colui che si vuole lagare e lo si chiami col suo nome. Appena avrà risposto si legherà il pene con un legaccio di filo bianco e subito il pover'uomo si troverà impotente»

Contro l'ago annodato: si previene il maleficio portando un anello nel quale sia incastonato l'occhio destro di una donnola; o mettendo del sale in tasca, o dei soldi segnati nelle scarpe mentre si esce dal eltto; o, secondo Plinio, ungendo di grasso di lupo la soglia e i montanti della porta della camera da letto. Molto saggiamento Hinemar di Reims consiglia la pratica dei sacramenti come rimedio efficace all'annodamento dell'ago; altri ordinano digiuno ed elemosine. Il piccolo Alberto suggerisce di mangiare un picchio verde arrostito con sale bendetto, o di respirare il fumo di un dente di morto gettato nel braciere. In alcuni paesi ci si vanta di slegare l'ago indossando due camice a rovescio una sull'altra. Altrove si buca una botte di vino bianco facendo passare il primo schizzo attraverso la vera della sposa. Oppure, per nove giorni, prima del sorgere del sole, si scrive su una pargamena vergine la parola AVIGAZIRTOR.
 Si dice che le streghe usano interrare teste e pelli di serpente sotto la soglia della porta degli sposi o agli angoli della casa, al fine di seminarvi discordia e i dissensi. Ma quelli non sono che i segni visibili della convenzioni da loro stabilite con Satana, che è maestro e autore del maleficio dell'odio.
«A volte- continua Deancre- il diavolo non giunge a tanto, e si accontenta, anziché l'odio, di portare l'oblio, facendo in modo che il marito ndimentichi la moglie perdendone la memoria come se non l'avesse mai conosciuta. Un giovane Etrusco si incapricciò a tal punto di una strega che abbandonò la moglie e i figli per andare a stare con lei, e persistette in quel triste proprosito finchè la moglie, avvertita del maleficio, andò a trovarlo in casa della strega e seppe frugare così bene da scoprire il sortilegio in forma di rospo rinchiuso in un orcio con gli occhi cuciti e tappati. Allora lo prese, gli aprì gli occhi e lo bruciò. E subito l'amore e l'affetto del marito per la donna e i suoi figli tornarono all'improvviso nella memoria del giovane, che se ne tornò a casa confuso e pentito e passò il resto dei suoi giorni nei buoni sentimenti.»
Padre Lebrun non sembra dar molto credito ai legatori d'ago; e tuttavia riferisc eil caso dell'abate Guilbert di Nogent che racconta come suo padre e sua madre avevano avuto l'ago legato per sette anni, e che alla fine di quel penoso periodo una buona vecchia ruppe il maleficio e rese loro l'uso del matrimonio.

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