Il Natale in Russia si festeggia il 7 Gennaio, nove mesi dopo l'Annunciazione, proprio quando da noi arrivano i Re Magi che sanciscono la fine delle festività. La festa di Natale è considerata la più importante dell'anno e viene preceduta da 40 giorni di digiuno, dal 27 Novembre. Una sorta di Quaresima di Natale dove non si mangia assolutamente nulla di origine animale.
La stessa stella segna anche l’inizio
della cena di Natale. Per molti russi il Natale è importante ma per
molti altri non lo è così tanto come il giorno di Capodanno – che in
Russia si festeggia il 1 gennaio così come da noi. La sera di Natale
nella tradizione slava segna l’inizio di un’antica festività detta Svyatki, in
cui le giovani donne usavano candele e specchio per invocare l’immagine
di quello che sarebbe diventato il loro futuro marito. Al pari della
cena, il fascino divinatorio della sera di Natale sta riprendo piede nella Russia post sovietica.
Il 6 gennaio, che per loro è la Vigilia, si comincia a preparare il tavolo dopo il tramonto: lo si ricopre di paglia o fieno, su cui poi il padrone di casa sparge del grano e sopra si mette la tovaglia, lasciando ad ogni angolo uno spicchio d'aglio. Il motivo? Secondo le credenze l'aglio
protegge dalle malattie e in generale dal male. In mezzo al tavolo si
colloca il piatto tipico, ovvero il Sočivo (realizzato principalmente
con un mix di cereali).
In genere il menù natalizio è ricco di piatti a base di carne, formaggi, dolci
di ogni tipo e bevande piuttosto forti. Molte famiglie, durante il
pranzo, usano lasciare la porta di casa aperta per poter accogliere
qualche povero di passaggio.
La cena della vigilia inizia solo dopo
che la prima stella è comparsa nel cielo ad annunciare l’imminente
nascita del Cristo. La tradizione vuole che ci siano 12 diversi piatti in onore degli apostoli di Cristo
ma non prevede l’uso di carne. Per gli Ortodossi più ferventi, alcol,
pesce e oli vegetali non sono ammessi mentre in altre famiglie si beve
il vino rosso ma sono banditi i liquori. Il pasto per i credenti inizia
con la preghiera al Signore condotta dal capofamiglia maschio mentre la
mamma benedice tutti i partecipanti tracciando una croce con del
miele sulla fronte degli astanti.
Spesso si consuma il pane bagnato prima nel miele e poi nell’aglio tritato. Il piatto principale di solito è il Kutya o Sochivo che consiste principalmente di grano bollito addolcito col miele.
Una specie di pudding che nelle varianti può prevedere oltre ai chicchi
di grandi altri legumi o cereali come riso, orzo o fagioli. Il miele
per addolcire può essere accompagnato da semi di papavero, frutta secca e
noci.
Dopo cena i piatti non si lavano e si aprono i regali, dopodiché tutta la famiglia va a messa.
L'intero periodo natalizio si conclude poi il 13 Gennaio la data del "Vecchio capodanno" , sempre secondo il calendario Giuliano, mentre le vacanze natalizie iniziano solitamente il 31 dicembre e terminano il 10 gennaio.