Il pregiudizio degli anni climaterici resiste sempre, ancorché se ne sia quasi dimostrata l'assurdità. Augusto scriveva al nipote Caio sollecitandolo a celebrare il suo anniversario, in occasione del sessantatreesimo anno, corrispondente al fatalee terribile climaterico.
Sono in molti a temere ancora l'anno climaterico; e tuttavia una massa di tali provano che nel 63 anno non muoiono più uomini di quanti ne muoiano negli anni precedenti. Ma è difficile far morire un pregiudizio.
Secondo tali idee, che Pitagora suscitò con le sue curiose fantasie sui numeri, il nostro carattere subisce una totale rivoluzione ogni sette anni.
Alcuni arrivano ad affermare che si rinnova completamente. Altri asseriscono, invece, che il rinnovamento si effettua solo ogni nove anni; sicché i climateri si possono contare per nove o sette anni.
I quarantanove e gli ottantuno anni sono molto importanti, sentenziano i partigiani di questa
dottrina; ma l'annata più fatale è la 63esima, perché è il prodotto di 7x9.
Diceva un Normanno:
«Ancora uno dei miei impiccato a quarantanove anni! E poi si dice che non bisogna diffidare degli anni climaterici!»
Non si deve, tuttavia, andar troppo oltre - dice M. Salgues - nel disprezzo del periodo settenale che scandisce in verità il progresso dello sviluppo e della crescita del corpo umano.
Così, generalmente, i denti da latte cadono a sette anni, la pubertà si manifesta a quattordici, er il corpo cessa di crescere a ventuno.
Che strigo strigante questa storia degli anni climateri. Farò caso a eventi passati, date trascorse e combinazioni interessanti per vedere se c'è qualche anno climaterico anche nella mia vita ;)
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