Il giovane Marcello viene sedotto da una vampira tornata dall'antica Roma, Vespertilia.
“tutto l’orrore della natura di quell’essere era stato velato agli occhi dei romani con il termine greco ‘tes aimatopotidos’, la bevitrice di sangue … E Flavius – il suo amante – vix ipse sospes, lui stesso si salvò a stento da quell’abbraccio mortale, l’aveva seppellita qui, e aveva messo un sigillo sul suo sepolcro, confidando nel peso della pietra … per imprigionare per sempre il meraviglioso mostro che egli aveva amato”.
“tutto l’orrore della natura di quell’essere era stato velato agli occhi dei romani con il termine greco ‘tes aimatopotidos’, la bevitrice di sangue … E Flavius – il suo amante – vix ipse sospes, lui stesso si salvò a stento da quell’abbraccio mortale, l’aveva seppellita qui, e aveva messo un sigillo sul suo sepolcro, confidando nel peso della pietra … per imprigionare per sempre il meraviglioso mostro che egli aveva amato”.
Marcello, un sedicente artista, invece era:
“era pallidissimo e si muoveva meccanicamente come un sonnambulo. Rimasi sconvolto nel vedere come fosse diventato incavato il suo volto: reggeva ancora in mano la candela accesa che proiettava cupe ombre sulle guance smunte e sugli occhi fissi che brillavano sinistramente e sembrava non vedessero nulla. Aveva le labbra completamente prive di colore e così ritratte che riuscii a vedere il bagliore dei suoi denti.”
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